ALLA SCOPERTA DELL’ISOLA DI NISIDA

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Nisida è una piccola e misteriosa isola, situata tra il Golfo di Napoli e quello di Pozzuoli, eppure inaccessibile ai più: da un lato ospita il carcere minorile reso celebre dalla serie *Mare Fuori*, dall’altro ispira artisti come Edoardo Bennato, che con la sua canzone *L’isola che non c’è* ha evocato un mondo immaginario, sospeso tra sogno e realtà.

 

Il carcere minorile di Nisida e il successo di Mare Fuori

Dal 1934, Nisida ospita un carcere minorile che ha suscitato numerose discussioni e dibattiti, non solo per la particolarità della sua ubicazione su un’isola, ma anche per le sfide educative e rieducative che rappresenta. Questo luogo di detenzione si pone da decenni l’obiettivo di non solo custodire, ma anche di offrire ai giovani detenuti una speranza di riscatto e una via di uscita dalle difficoltà.

Negli ultimi anni, il carcere minorile di Nisida ha acquisito ulteriore notorietà grazie alla serie televisiva Mare Fuori, ambientata proprio in un immaginario istituto penitenziario minorile di Napoli. La serie, che segue le vicende di un gruppo di giovani detenuti, affronta temi di grande attualità come la criminalità giovanile, l’emarginazione sociale e il desiderio di riscatto. Mare Fuori ha riscosso un enorme successo, in parte per la sua capacità di raccontare con autenticità le vite difficili dei ragazzi detenuti, mostrando un lato di Napoli crudo ma al contempo umano e complesso. Sebbene il carcere rappresentato nella serie sia una trasposizione artistica, molti spettatori hanno trovato il parallelo con il vero istituto di Nisida molto toccante.

Una curiosità: l’ambientazione della fiction è non solo Napoli ma anche la zona flegrea, e in particolare la famosa scena finale della terza stagione è stata girata alla Piscina Mirabile di Bacoli

 

ALLA SCOPERTA DELL'ISOLA DI NISIDA
Scena finale della Terza Stagione di Mare Fuori

 Edoardo Bennato e l’“isola che non c’è”

Nisida ha anche ispirato diversi artisti, uno dei quali è Edoardo Bennato. La celebre canzone L’isola che non c’è, composta dal cantautore napoletano, può essere interpretata come una metafora di un luogo ideale, un’isola dove tutto è possibile. Anche se Bennato non fa riferimento diretto a Nisida, la metafora dell’isola che non c’è sembra calzare a pennello con l’immagine di Nisida: un’isola visibile eppure inaccessibile, un luogo fisico e al contempo simbolico, dove è difficile entrare e da cui è difficile uscire. La canzone di Bennato è diventata un simbolo di evasione e di ricerca di un altrove, un tema che si allaccia perfettamente alla storia dei giovani detenuti di Nisida e alla loro voglia di riscatto.

 

 Il Parco letterario di Nisida: un patrimonio culturale

Un’iniziativa unica e poco conosciuta che contribuisce alla valorizzazione dell’isola è il Parco Letterario di Nisida, nato per celebrare il patrimonio culturale e letterario legato a questo luogo. Attraverso il Parco Letterario, si cerca di connettere le storie dell’isola con le opere di grandi scrittori e poeti che, ispirati da Nisida e da Napoli, hanno saputo descriverne l’essenza e la bellezza. Nel Parco Letterario, le storie e le tradizioni di Nisida vengono riscoperti e trasmessi attraverso eventi, letture, incontri, dando vita a un’esperienza culturale che coinvolge artisti, scrittori e appassionati di letteratura.

 

 

 Un po’ di storia: le origini di Nisida

Nisida affonda le sue radici in tempi antichi, con un nome che sembra derivare dal greco antico “Nesís,” che significa semplicemente “piccola isola.” Nonostante la sua piccola estensione, Nisida ha avuto un ruolo importante sin dai tempi dell’Impero Romano, quando era conosciuta come luogo di villeggiatura. Si racconta che persino Bruto, uno dei cospiratori che assassinò Giulio Cesare, vi si sia rifugiato per organizzare la sua fuga. Nei secoli, Nisida ha visto cambiamenti significativi: da meta privilegiata per i Romani a monastero, da fortezza militare a sede di un carcere minorile, fino a diventare oggi un simbolo carico di significato storico e culturale.

 

 

Aspetti Geologici dell’Isola di Nisida

L’isolotto di Nisida, formatosi circa 4.000 anni fa a seguito di un’eruzione esplosiva di intensità moderata, si trova nella zona meridionale della caldera flegrea.

Geologicamente quindi Nisida è un’isola di origine vulcanica, parte integrante del distretto vulcanico dei Campi Flegrei. L’isola di Nisida si presenta oggi con una forma semicircolare, testimone del cratere vulcanico originario che, nei millenni, si è in parte sommerso e in parte eroso. Come molte altre isole vulcaniche della zona, Nisida ha un’elevata concentrazione di tufo, roccia vulcanica molto comune nei Campi Flegrei, che ha determinato la particolare morfologia scoscesa dell’isola.

La sua posizione nella caldera flegrea, una delle aree vulcaniche più studiate al mondo, la colloca in una zona di risalita magmatica che ha prodotto variazioni nel livello del terreno (fenomeno noto come bradisismo). Questo fenomeno si riscontra in tutta l’area flegrea, dove il suolo si solleva e si abbassa periodicamente a causa della pressione dei gas e dei liquidi magmatici sottostanti.

L’isolotto è quindi il risultato di una lunga storia di attività vulcanica e bradisismica che ancora oggi viene monitorata dagli esperti per comprendere i futuri sviluppi dell’intera caldera flegrea, un territorio in cui il vulcanismo ha modellato non solo il paesaggio, ma anche la vita e la storia umana.

 

Le leggende di Nisida: tra sirene e misteri

Come ogni luogo ricco di storia, Nisida ha generato leggende e racconti di misteri. Una delle storie più affascinanti è quella legata alle sirene, mitiche creature marine che, secondo alcune interpretazioni, abitavano proprio nei pressi di Nisida. Alcuni narrano che le sirene, ammaliatrici e pericolose, abbiano scelto questa isola per nascondere la loro bellezza e attirare i marinai. Questo tipo di racconto contribuisce a dare all’isola una fama quasi magica, collegata a un mondo leggendario e antico. Un’altra leggenda vuole che Nisida sia collegata all’oltretomba: la presenza di grotte e cunicoli scavati nei secoli avrebbe stimolato l’immaginazione popolare, portando a interpretazioni suggestive che vedono l’isola come un punto di accesso agli inferi.

 

 

Stefania Gentile De Fraia

Stefania Gentile De Fraia

Racconto del territorio flegreo attraverso i miei occhi, dal punto di vista di chi questi luoghi li conosce da sempre. Sono una Local Blogger

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